Rita Occidente Lupo
A volte capita che, le lontananze, si tingano di rimpianti…come certe nostalgie, che rivisitate attraverso la memoria dei giorni inutili, assurgano a catalizzatori di nuove primavere. Domenico Ruggiero, il colore della musica, in un universo caleidoscopico, in cui la formula magica, giammai dettata dal calcolo algebrico. Tra singhiozzi dell’anima e fredda razionalità, smaltate le emozioni, nei frammenti del cuore. Quelle che frequentemente trovano spazio nel rimpianto di attimi di vita, a volte coagulati da lacerti di sensazioni incandescenti, tra musica e suggestioni, tra emblemi di paradossi esistenziali. Voglia di rincorerre il verso, ma anche di rimarlo, quando possibile, sperando che condensi un sentire senza svilire l’energia, linfa della poesia stessa. Seguendo il cursore della lirica contemporanea, ma senza transennarla nell’accademismo asettico o nella casella d’un immaginario sfatato dall’onirismo, Ruggiero accosta presente e passato, cielo e terra, trascendente ed immanente, avviluppando la stessa umanità in un alone quasi magico d’irreale. E sconfinando, al di là degli orizzonti virtuali che spesso la lirica stessa impone, per detenere alto il suo valore fruitivo. A mo’ di vissuto esperienziale, non bypassando il bandolo d’una memoria che rivisita gli affetti familiari, le esperienze sentimentali, gli approcci sociali, un refrain che oblia angosce, sublimando il lessico. Essenziale, a volte franto o ritmato dalle battute d’arresto d’una esistenza che in ogni caso strappa la caparra della felicità all’attimo presente. La tavolozza sentimentale, articolata attraverso cromìe soffuse o lievemente stemperate, sembra protendere al cielo il respiro dell’anima, che non cessa d’urlare la sua voglia di libertà. Attraverso nuovi spazi, percorrendo icaricamente le volte d’una società ammantata di buoni propositi, ma lastricata di falsi perbenismi. Prosa e poesia, in un binomio inscindibile, arco di volta per seminare germi di una nuova palingenesi, su cui imperniare anche prospettive future. Da tale impalcatura, una semantica che guarda anche all’universo giovanile, come spaccato di nuovi scenari, in cui cuore e mente, inscindibilmente serrati dalla consapevolezza che vivere, occasione irripetibile nel macrocosmo temporale.