Riconoscere la bellezza al di là del suo concetto.
Le bellezze oltre la bellezza.
di Fabio Squeo
“Vivere”, “sperimentare” la bellezza, non è concepire il bello come “concetto”. La bellezza si esprime in due modi: 1) secondo un principio di gusto o di piacere e 2) secondo un principio conoscitivo.
1) Esempio: Io posso baciarti, perché mi piace ed è bello perché so che ogni volta che lo faccio, resta un piacere. 2) Esempio: poiché il bacio, dato in un certo modo, alla francese, ecc.. con le giuste emozioni, lo capisco meglio, comprendo meglio il rapporto con esso e con la persona baciata.
Il primo esempio esprime una “bellezza in termini di piacere”, il secondo esprime una bellezza in termini di esperienza conoscitiva, di immagine e di sperimentazione. Nella prima esperienza “godi per il tempo che dura”, nella seconda “vai in estasi e non percepisci il tempo, la durata.”.
Tu puoi pensare la bellezza attraversata dagli “ideali di perfezione” auto-generati da te e dal tuo istinto. Oppure, puoi vivere la bellezza attraverso “la conoscenza” che hai di una cosa. Quando la bellezza si trasforma nell’ideale di perfezione, di immaginazione, essa viene concettualizzata, astratta e si allontana dalla concretezza. Ecco perché, quando essa si traduce in “concetto”, idea, rischia di decadere e finisce per confondersi con il “il piacere di gusto”. La bellezza diventa un semplice “gusto di piacere” e relega quest’ultima alla dimensione del soggettivo. La vera bellezza, quella “vissuta” , va compresa con lo studio, con i viaggi, con le esperienze estetiche. La bellezza vera, autentica è colta e ti coglie; ti affascina nello stesso tempo; riconosce il senso delle cose, l’identità delle nostre relazioni, e non percepisci più la fine.